Per Green Hill le accuse non terminano

Sembra che per la Green Hill le cose si stiano mettendo davvero male, secondo alcune voci, infatti, trapela che i responsabili del canile lager dovranno rispondere del reato di uccisione animali senza che vi sia stata la minima necessità, quindi animalicidio. Tale reato, secondo la legge italiana, viene punito con ben 18 mesi di reclusione, si tratta di una decione che è arrivata solo dopo mesi e che sembrerebbe essere incontestabile. La posizione del direttore e del veterinario è davvero scomoda, tutto partì, come ben ricordate, dal 18 Luglio 2012, quando, dopo tantissime segnalazioni, polizia e finanza procedettero con i sigilli all’allevamento di Montichiari, il quale prese vita già nel 2001 e che per anni è stato al centro di numerose polemiche. Gli inquirenti sembrano convinti che ci sono le prove concrete per parlare di animalicidio, basti pensare a quanti beagle sono stati soppressi perchè ritenuti non idonei alla vivisezione. Si tratta di gesti che non si possono assolutamente tollerati, sembrerebbe, stando all’ispezione del 18 Luglio 2012, che molti cuccioli di beagle siano stati uccisi per un motivo banale, ovviero perchè soffrivano di dermatite, un problema che andrebbe curato con una regolare e attenta alimentazione . Tale comportamento va a peggiorare la posizione dei responsabili dell’allevamento lager, un dato che va a dar peso all’ipotesi formulata dagli inquirenti dove si sosteneva che tali cani erano utilizzati non solo per la ricerca scientifica, ma anche nell’ambito cosmetico. Nelle celle frigorifere dell’allevamento di Montichiari sono stati trovati quasi 100 beagle morti, pronti per essere smaltiti, un dato triste e che merita attenzione.


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