L’ingiusto massacro delle foche
Uno dei più grandi e cruenti massacri di mammiferi marini è costituito dalla caccia alle foche, esempio di crudeltà umana, scempio che si compie ormai da tanto tempo, troppi anni per restare zitti.
Dal 15 maggio al 15 novembre va il periodo legalizzato per ammazzare questi bellissimi animali.
Chi compie questi atti dichiara che la morte per l’animale avviene in maniera del tutto indolore, che loro non hanno nemmeno il tempo materiale di accorgersene, ma la verità documentata e filmata sembra essere davvero tutt’altra.
I cacciatori puntano i cuccioli, le prede più deboli perchè non sono ancora in grado di nuotare e colpiscono più volte, quindi il dolore è avvertito, fino a stremarli, nel frattempo però interviene la mamma che farà da scudo “umano” per proteggere il figlioletto indifeso.
Sono numerose le proteste di animalisti di tutto il mondo, ma le comunità aborigene si giustificano apportando ragioni economiche per cui troppo foche significano troppo pesce mangiato da loro e poco per gli umani, inoltre le foche rappresentano una fonte di reddito e cibo.
A tutto questo si aggiunga che ultimamente tour operator e turisti sono stati invitati ad assistere a questo rituale e giù orde di persone incuriosite dalla violenza, morbose verso il sopruso, avvezze ad un mondo di prede e predatori nell’illusione di poter un giorno diventare i predatori migliori.