Il rospo molte volte resta rospo
Il rospo viene utilizzato come escamotage letterario in qualità di simbolo di bruttezza esteriore da oltrepassare con la ragione e baciare, facendolo così trasformare in un bel principe, grazie a una certa volontà di introspezione che ha superato la non gradevolezza fisica.
Perchè è stato scelto proprio il rospo, eppure ci sono tanti animali non conformi ai canoni comuni di bellezza?
Da un certo punto di vista si potrebbe addirittura pensare che questo anfibio sia la brutta copia della rana.
Questa infatti ha la pelle avvolta in uno strato di muco, che comunque riesce a conferirle una certa lucidità, ha zampette agili e una certa destrezza nel muoversi, il suo verde è abbastanza brillante e smagliante.
Il rospo è invece molto tozzo, le zampe sono corte, non permettendo un’ armonia globale, la pelle è completamente secca, ne consegue la presenza di verruche ed escrescenze, non ha capacità motorie esilaranti.
Insomma il modo di dire non si sbaglia di tantissimo, però resta il fatto che entrambi facciano parte della fauna italiana, dunque protetti ed è severamente vietato possederne uno allontanandolo dal suo habitat naturale.
Il rospo fa parte della nostra storia e dei nostri ambienti, quindi bisogna rispettarlo anche perchè ne subisce già tante nelle fiabe!