Il collo della giraffa

Chi ha studiato qualcosa riguardante la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin conosce già l’argomento giraffe e la loro storia, ma è sempre un bene riesaminarele basi della nostra natura.

Avete mai visto una giraffa da vicino?

Forse no, ma di sicuro sapete tutti quanto il suo cullo sia lungo e affusolato.

A voler utilizzare una definizione più corretta e appropriata il collo di quest’animale non è lungo, bensì allungato nel corso dei secoli.

La giraffa, esemplare erbivoro, si nutre per sua natura strappando foglie dai rami degli alberi, da qui nasce la contingente necessità di arrivare a raggiungere il cibo e come altro fare se non allungando la muscolatura del collo.

Chiaramente questo processo evolutivo è lento, non immediato, dunque nei secoli la giraffa ha sviluppato costantemente questa parte del corpo, bisogna anche considerare che pure gli arbusti crescono in altezza, ma per esigenze dell’animale dovevano essere sempre a portata di mano (o di bocca).

Unico intoppo che lei trova nella soddisfazione dei propri fabbisogni è il doversi chinare per mangiare erbe da terra o per cercare di abbeverarsi dai ruscelli, ma un escamotage la natura lo trova sempre, ecco infatti che la giraffa divarica le zampe anteriori è il gioco della ricerca del baricentro si può considerare senz’altro vinto.

 

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